Urbino, la città di Raffaello
Urbino, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è tra le città più importanti del Rinascimento italiano e sede di una delle più antiche ed importanti Università europee, fondata nel 1506.
Accediamo all’antico borgo medievale attraversando Porta Valbona (XVII sec.), costruita per le nozze di Federico Ubaldo della Rovere e Claudia Medici, percorriamo una piccola via per raggiungere l’Oratorio San Giuseppe e l’Oratorio di San Giovanni Battista.
L’Oratorio di San Giuseppe (XVI sec.), ristrutturato a fine 1600 a causa della forte umidità.
La chiesa divenne importante grazie agli abbellimenti apportati dal Cardinale Annibale Albani e da Papa Clemente XI.
Si può apprezzare in particolar modo, il Presepe in stucco con figure a grandezza naturale, opera dello scultore Federico Brandani. Il presepe è il più antico al mondo realizzato in stucco a grandezza naturale.
All’interno si conserva anche l’opera “Sposalizio” di Andrea Urbani, opera commissionata dai confratelli dell’oratorio nel 1606 che chiesero all’artista una copia dell’opera di Raffaello per posizionarla sopra la porta della sacrestia.
Questo quadro ha poche differenze rispetto l’originale opera di Raffaello, tra queste alcune tonalità, i dettagli sullo sfondo e la scritta sul tempio. L’opera originale di Raffaello si trova presso la Pinacoteca di Brera a Milano.
Ci dirigiamo poi al vicino Oratorio di San Giovanni Battista, (XIV sec.) che conserva un importante ciclo di affreschi realizzato dai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni, che rappresenta la loro massima espressione artistica.
Sulla parete absidale è possibile ammirare la Crocifissione, sulla parete destra si trovano le Storie di San Giovanni Battista, mentre la parete sinistra presenta una Madonna dell’Umiltà.
L’Oratorio di San Giovanni Battista viene definito dagli urbinati “la piccola cappella sistina”
Non molto lontano si trova l’Oratorio delle Cinque Piaghe (1643), unica chiesa in stile barocco-rococò.
All’interno presenta un’aula unica con architettura sobria, si possono ammirare il Crocifisso in cartapesta posizionato nella nicchia centrale e le tele con scene della “Passione di Cristo”.
Raggiungiamo poi Piazza della Repubblica, dove confluiscono le 5 vie principali cittadine e cuore della vita cittadina.
Sul lato nord si trova il Collegio Raffaello (XVIII sec.) istituito su volere di Papa Clemente XI, tra gli studenti illustri anche quello di Giovanni Pascoli che qui vi trascorse 9 anni.
A circa 100 metri di distanza ci si imbatte nella Casa Museo Raffaello Sanzio, nato in questa abitazione probabilmente il 28 Marzo 1483.
La data di nascita dell’artista prodigio rinascimentale urbinate non è certa in quanto ci sono due teorie, Giorgio Vasari che sostiene sia il 28 Marzo) e quella di Pietro Bembo che presume sia il 6 Aprile 1483.
Al primo piano si trovano gli ambienti dedicati alla bottega dove lavorava il padre (Giovanni Santi), mentre al piano superiore si trova la Sala Grande, la stanza principale dell’abitazione, caratterizzata dal caratteristico soffitto ligneo a cassettoni e l’elegante camino in pietra.
Alle pareti dalla sala si trovano diversi dipinti, tra questi spicca il “Martirio di San Sebastiano” (1480 circa) opera di Giovanni Santi.
La stanza accanto è quella dove sembra sia venuto alla luce Raffaello, qui vi si trova l’interessante affresco “Madonna con bambino dormiente“, prima opera dell’artista quando era ancora un bambino.
Nel cortile dell’abitazione si può vedere la pietra sulla quale venivano macinati i colori.
Raffaello fu il primo e unico figlio di Giovanni Santi e di Magia di Battista di Nicola Ciarla.
Il cognome “Sanzio” con cui è noto, è una delle possibili declinazioni di “Santi” derivata dal latino “Sancti“, con cui Raffaello sarà poi solito, nella maturità, firmare le sue opere.(Fonte: Wikipedia)
Gli appassionati di artisti rinascimentali rimarranno affascinati dal poter visitare il luogo in cui nacque uno tra gli esponenti più importanti dell’epoca.
Il poter quasi “toccare con mano” alcune sue opere e poter immaginare come trascorreva le sue giornate il piccolo Raffaello.
Ci dirigiamo alla Fortezza Albornoz (XIV sec.), rocca con funzione difensiva realizzata sul punto più alto della città, realizzata per volere del Cardinale Albornoz.
La struttura ha forma rettangolare con due torri semicircolari e bastioni, è realizzata in laterizio, nel corso dei secoli subì varie distruzioni e ricostruzioni.
La sua posizione elevata permette una visione panoramica privilegiata su Urbino e il paesaggio circostante.
Poco distante, all’interno della Chiesa della Santissima Annunziata (XIV sec.), è stata realizzata la copia esatta della tomba di Raffaello.
La riproduzione della tomba di Raffaello è stata realizzata in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte del pittore rinascimentale, mostra allestita nelle Scuderie del Quirinale a Roma.
Al termine delle celebrazioni la copia della tomba è stata donata alla Città di Urbino.
Le spoglie dell’artista si trovano all’interno del Pantheon a Roma, per volontà dello stesso.
Il sarcofago presenta il celebre epitaffio di Pietro Bembo:
“Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette mentre era vivo di esser vinta; ma ora che è morto teme di morire“.
E’ sormontato dalla statua della Madonna del Sasso, scolpita da uno degli allievi di Raffaello.
Ritorniamo verso la parte bassa di Urbino, visitiamo la Chiesa di San Francesco (XIV sec.), costruita in stile romanico-gotico. Dell’antica chiesa resta solo il portale, la facciata incompiuta presenta il portico con arcate a tutto sesto e colonne ottagonali.
L’interno è a 3 navate, conserva opere pregevoli come il “Perdono d’Assisi” di Federico Barocci e accudisce le spoglie dei genitori di Raffaello.
Da qui ci spostiamo verso il Duomo (XI-XVIII sec.) realizzato in stile neoclassico, che contiene alcune tele di Federico Barocci, e l’annesso Museo Diocesano Albani.
La Cattedrale di Santa Maria Assunta presenta un interno ampio ed elegante diviso in tre navate.
Dalla parte delle antiche sagrestie è stato allestito il Museo Diocesano Albani che custodisce arredamento liturgico e il tesoro del Duomo.
Il Museo Diocesano è stato aperto nel 1964, denominato Albani per riconoscenza verso la famiglia nobile urbinate che diede i natali a Papa Clemente XI.
L’ingresso del Museo presenta un portone con inciso un brano della “Guida di Urbino” scritta da Papa Clemente XI nel 1703, in cui indica i luoghi da visitare nel territorio, tra questi è citata la sacrestia del Duomo.
Il portico sinistro della Cattedrale permette di accede all’Oratorio della Grotta, situato nella cripta del Duomo, composto da quattro cappelle, in una delle quali è conservata la statua marmorea della Pietà (1597), scolpita da Giovanni Bandini.
Poco distante si trova il famoso Palazzo Ducale, caratteristico per i suoi torricini, è uno dei più interessanti esempi architettonici ed artistici del Rinascimento.
Il palazzo, dove dimorò Federico da Montefeltro, è sede della Galleria Nazionale delle Marche che ospita tra le più importanti collezioni d’arte del Rinascimento italiano, nella quale spiccano opere di Raffaello, Piero della Francesca e Tiziano.
Giovanni Pascoli rimase affascinato da Urbino tanto da dedicarle la poesia “L’aquilone”
Dopo aver girovagato per Urbino ci spostiamo di qualche chilometro per raggiungere Urbania.
Tipicità locali
Tra le specialità di Urbino vi è la “Casciotta“, un formaggio DOP da tavola realizzato sin dall’antichità.
Molto gustosa anche la “Crescia urbinate” (o “crescia sfogliata”), farcita con salsiccia, erbe di campo, prosciutto o formaggio.