Sassoferrato
Poco lontano dalle Grotte di Frasassi, in perfetta armonia con la natura circostante, sorge l’Abbazia di San Vittore delle Chiuse (XI sec.), una delle più importanti chiese in stile romanico delle Marche.
Realizzata in pietra calcarea, presenta la facciata con una torre cilindrica e un torrione quadrangolare.
L’interno poco illuminato e privo di decorazioni, presenta una pianta a croce greca iscritta in un quadrato.
L’Abbazia di San Vittore delle Chiuse custodisce un mistero ancora da risolvere, dovuto ad alcune sue caratteristiche architettoniche e la presenza di un simbolo misterioso (un otto o un simbolo dell’infinito rovesciato) inciso nella pietra vicino alla pala sinistra dell’altare.
Il cenobio dell’Abbazia di San Vittore ospita il Museo Speleo Paleontologico ed Archeologico di Genga, conserva il famoso fossile di Ittiosauro, un rettile simile a un delfino lungo circa 3 metri, vissuto circa 150 milioni di anni fa.
Il complesso abbaziale è inserito all’interno di un piccolo borgo.
Dopo questa breve sosta ci dirigiamo a Sassoferrato, annoverato tra i borghi più belli d’Italia.
Sassoferrato sorge due livelli, il rione Borgo e il rione Castello dal quale svetta la maestosa Rocca Albornoz.
Ci dirigiamo nella parte alta del borgo dove troviamo la Chiesa di San Michele Arcangelo (XI sec.), che testimonia la presenza dei Longobardi nell’alto medioevo nel territorio, era un priorato benedettino dell’Abbazia di Nonantola.
Il suo aspetto esterno è stato modificato nel corso dei secoli, costituendone un vero mix di stili architettonici.
All’interno la chiesa è completamente spoglia per la perdita delle sue funzioni di culto e per la spoliazione a favore di chiese vicine.
CURIOSITA’
La Chiesa si trova sulla linea “micaelica adriatica”, ramo della linea di S. Angelo che dall’Irlanda porta in Palestina passando per l’Italia.
Raggiungiamo poi la vicina Rocca di Albornoz (XIV sec.), massiccia costruzione militare che rappresenta il simbolo della città, fatta erigere per ordine del Card. Egidio Albornoz, legato papale.
La sua posizione strategica dominava l’area dall’Umbria alla valle del Tevere fino al territorio dei Montefeltro, zone da ricondurre sotto il dominio papale.
La Rocca di Sassoferrato però non aveva le tipiche caratteristiche delle fortezze Albornoziane, poichè non ha pianta a base quadrata e le dimensioni monumentali caratteristiche delle altre fortezze.
E’ formata infatti da 3 corpi di fabbrica trapezoidali con orientamenti diversi.
Dalla sommità del parco che la circonda si può ammirare un vasto panorama della zona.
Torniamo verso il rione e ci imbattiamo in Palazzo dei Priori (XIV-XVI sec.), sede del Museo Civico Archeologico, che raccoglie circa 10.000 reperti provenienti dall’antica città di Sentinum.
E’ possibile visitare anche la Sala Perottiana, che custodisce una preziosa raccolta di reliquiari bizantini e fiamminghi.
L’edificio è unito al Palazzo Comunale (XVIII-XIX sec.) ricavato da vari edifici di epoche diverse, con loggiato del 1842.
Attaccato vi si trova Palazzo Oliva (XV sec.) che custodisce la Civica Raccolta d’Arte che comprende pregevoli dipinti dal ‘400 a fine ‘700.
Al 1° piano ospitata la Raccolta Incisori Marchigiani, che comprende oltre 400 opere grafiche che vanno dal 1550 ad oggi, appartenenti a 210 incisori marchigiani.
Passeggiamo per il borgo strorico e ci imbattiamo nella Chiesa di Santa Chiara (XIII sec.), annessa al monastero che ospita tutt’ora un gruppo sparuto di suore Clarisse.
La Chiesa presenta una navata unica, un’apertura situata alla destra dell’ingresso permette di accede ad una cappella che contiene il Santuario della Madonna delle Grazie (1752), dove è possibile ammirare l’affresco della Natività realizzato da Antonio da Pesaro.
La piccola pinacoteca del Monastero custodisce 3 preziose opere di Giovan Battista Salvi, detto il “Sassoferrato”.
Raggiungiamo infine la Chiesa di San Francesco (XIII sec.), costruzione in stile tardo-romanico, la cui fondazione si debba a San Francesco nel 1225, o sia avvenuta nello stesso luogo dove predicò il Santo.
Costruita in blocchi di pietra bianchi, si presenta internamente a navata unica a croce latina, coperta da capriate in legno e abside semicircolare.
Sepolto al suo interno è il Beato Alessandro Vincioli, sopra la cui tomba è possibile vedere un affresco che lo ritrae.
Nel Convento adiacente fu scritta da un religioso una delle prime copie della Divina Commedia di Dante oggi conservata alla Biblioteca Laurenziana di Firenze.
Poco fuori dal centro cittadino si trova il Parco Archeologico di Sentinum, dove vi sono i resti dell’antica città romana, teatro della Battaglia delle Nazioni (295 a.C.) dove i Romani trionfarono su Galli e Sanniti.
Nell’area archeologica di Sentinum si possono ammirare le antichestrade selciate, il cardo e il decumano, i resti di un tempio termale ed il quadriportico di una grande costruzione fuori dalle mura della città.
Rivendicazione storica
L’ultimo fine settimana di luglio si tiene la rivendicazione storica della “Battaglia delle Nazioni”.
Anche questa giornata è terminata, in attesa del nuovo itinerario che ci porterà nel territorio di Arcevia alla scoperta dei suoi 9 castelli.