L’Uzbekistan, da oltre 2000 anni culla di antiche e fiorenti civiltà, dispone di un ricco patrimonio artistico e architettonico profondamente legato alla storia della Via della Seta.
Era da sempre una delle mete che prima o poi avrei voluto visitare, e finalmente quel tempo è giunto.
Ho prenotato un viaggio di gruppo con Francorosso, Tour Operator del gruppo Alpitour, praticamente una garanzia.
Primo viaggio di gruppo in assoluto per me, quindi avrò l’occasione di conoscere persone nuove che come me amano viaggiare. Il ritrovo è direttamente ai banchi del check-in 3 ore prima della partenza dall’aeroporto Milano Malpensa, qui ci si conoscerà tutti per la prima volta.
Ad attenderci Matteo, l’accompagnatore Francorosso che ci seguirà per l’intero viaggio.
Se volete immergervi ulteriormente nella cultura Uzbeka, ho preparato una piccola selezione di musica
Per le comunicazioni dall’Uzbekistan all’Italia e anche per utilizzare Internet senza costi aggiuntivi, mi sono avvidato alla eSIM Holafly che è una più che ottima soluzione!
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Partenza il 2 agosto 2024 alle 21:00 (orario poi ritardato) con la compagnia di bandiera Uzbekistan Airways, con aeromobile Airbus A321 Neo.
Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più grande, ma comunque il mezzo è nuovo, sedili comodi e personale di bordo cordiale.
Atterriamo alle 6:00 circa (ora locale) dopo più di 5 ore al piccolo aeroporto di Nukus, capitale della Repubblica del Karakalpakstan, Repubblica autonoma dell’Uzbekistan (ma dipendente da quest’ultimo), situata nella parte più occidentale del Paese.
Occupa il bassopiano fra l’Amudar´ja e il Kyzylkum, e il delta del fiume sulla costa meridionale del Lago d’Aral.
Il Paese è in larga parte desertico (Kyzylkum) e le zone di qualche fertilità si trovano presso l’Amudar´ja, dove si coltiva principalmente il cotone e, come pianta da rotazione, l’erba medica.
I Karakalpaki («Berretti neri») di stirpe turca parlano un dialetto kirghizo.
(Fonte: Treccani)
All’arrivo ci aspetta Tamila, la nostra guida uzbeka, che parla un italiano perfetto, che ci accompagnerà per l’intera durata del viaggio.
Dal piccolo aeroporto, ci portano in un vicino hotel per la colazione.
Deserto Rosso
Percorriamo con il bus, che avremo per quasi tutta la vacanza, i circa 200 Km che ci separano da Khiva, prima meta del viaggio, attraversando parte del deserto rosso.
Khiva, antica capitale della storica regione della Corasmia sulla Via della Seta, secondo la leggenda fu fondata da Sem, figlio del profeta Noè.
Arriviamo a destinazione intorno alle 11:30 e veniamo sistemati nell’Hotel Said Islom Khoja, qui riposiamo fino all’ora di pranzo.
Hotel Said Islom Khoja
La struttura è molto bella, situata a circa 1 Km dal centro città.
Camera molto ampia fornita di kit di cortesia (tè, spazzolino da denti, prodotti da bagno e ciabatte).
L’hotel dispone anche di piscina.
Dopo pranzo giunge l’ora di scoprire Khiva, dal 1991 riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, ben protetta da una possente cinta muraria sinusoidale in mattoni di terra cruda alta oltre 8 metri e lunga più di 2 Km.
Quattro porte poste su ogni lato delle mura, permettono l’ingresso alla cittadella fortificata (Ichan Kala).
Cinta muraglia di Khiva
Accediamo attraversando la Ota Darvoza, ingresso principale alla città dove inizia il percorso turistico, che anticamente ospitava il corpo di guardia, il cambio valuta e gli uffici doganali.
Demolita nel corso degli anni ‘20 per allargare la strada, fu ricostruita nel 1975 secondo l’aspetto originario utilizzando informazioni ricavate da manoscritti e documenti.
Appena entrati, di fronte a noi, si ammira subito uno dei simboli di Khiva, il Minareto Kalta Minor e la vicina Madrasa Mohammad Amid Khan, costruita sul lato opposto del Kunya Ark (Vecchio Castello).
Madrasa Mohammad Amid Khan
La Madrasa Mohammad Amid Khan (1851-1854), eretta dal Khan Muhammad Amin, è la più grande dell’Asia Centrale e vanta una superficie di quasi 4700 mq e poteva ospitare circa 260 studenti.
L’edificio ha 5 cupole e torri laterali, la facciata è riccamente decorata con ornamenti di mattoni smaltati e porte in legno abilmente intagliate. Da diversi anni è stata convertita in un meraviglioso hotel.
Madrasa Mohammad Amid Khan
Madrasa
Nei paesi musulmani, istituto d’istruzione media e superiore per le scienze giuridico-religiose musulmane.
Gli insegnamenti sono impartiti da professori regolarmente retribuiti a studenti che usufruiscono di vitto e alloggio per lo più nella madrasa.
Dal punto di vista architettonico, lo schema tipico della madrasa. è costituito da un cortile aperto con due o quattro atri (īwān o līwān) con volte ad arco acuto, aperti dal lato del cortile, e con celle d’abitazione fra un atrio e l’altro, generalmente in due piani.
(Fonte: Treccani)
Kalta Minor
Proprio di fronte vi è l’incompiuto Minareto Kalta-Minor, completamente rivestito di piastrelle smaltate.
Il Khan di Khiva desiderava erigere un minareto talmente alto da poter vedere il territorio fino a Bukhara.
Sebbene dovesse essere alto 70 metri (secondo alcuni documenti addirittura 110 metri), è alto solamente 29 metri.
Stando alla leggenda, il Khan di Bukhara, quando sentì parlare dell’enorme minareto in costruzione a Khiva, volle costruirne uno più grande nella sua città e commissionò allo stesso architetto di farlo. Il Khan di Khiva venne a conoscenza di questi piani, diede ordine di giustiziare l’architetto non appena avesse terminato il suo minareto. Quando questa notizia giunse all’orecchio dell’architetto, fuggì lasciando così il minareto incompiuto.
Mausoleo Pakhlavan-Makhmud
Percorriamo le belle vie cittadine e sostiamo al Mausoleo Pakhlavan-Makhmud, eroe, filosofo e combattente protettore di Khiva vissuto tra il XII e XIII secolo.
Proveniente da una famiglia di artigiani, Pahlavan Mahmud divenne famoso per le sue imprese e venerato tra la gente comune.
Superato il bel cortile, entrando nell’edificio principale si accede ad un’ampia sala in puro stile persiano con cupola color turchese che custodisce la tomba del Khan Mohammad Rakhim I.
Sarcofago di Pahlavan Mahmud
Un’altra sala sulla sinistra accoglie l’imponente sarcofago di Pahlavan Mahmud.
Anche questa sala è riccamente decorata da bellissime piastrelle.
La visita prosegue poi verso la Moschea Juma (X-XVII sec.), o Moschea del venerdì, edificio unico nel suo genere perché senza portali e cupole.
Moschea Juma
All’interno della moschea 218 colonne lignee intarsiate una diversa dall’altra, sostengono il soffitto, alcune di queste risalgono al X secolo.
Le fonti di luce provenienti da tre aperture sul soffitto conferiscono un’area magica, quasi mistica.
La sensazione che si ha entrando in questa particolare moschea, è di attraversare una foresta.
Ci spostiamo poi al Complesso di Islam-Khoja (1910), che unisce gli omonimi minareto e madrasa, costruiti secondo lo stile e tradizioni del XIV secolo.
Complesso di Islam-Khoja
La madrasa è composta da 42 celle e una grande sala con cupola, la facciata è finemente decorata con piastrelle smaltate.
Al suo interno si trova il Museo di Arti Applicate, che raccoglie reperti della Corasmia, tra cui sculture lignee, tappeti, oggetti in metallo e molto altro.
Il suo minareto, ha una decorazione alternata tra muratura e maiolica smaltata turchese e bianca, alto circa 56 metri è il più alto di Khiva.
Durante il regno di Allah-Kuli Khan, il centro dello stato, della vita pubblica e commerciale della città si spostò nella parte orientale di Ichan-Kala.
Fu costruito un intero complesso di nuovi edifici, il nuovo Palazzo, una madrasa, un caravanserraglio e un centro commerciale.
Madrasa Allah Kuli Khan
Visitiamo prima la Madrasa Allah Kuli Khan (1834) con architettura in stile Khorezm del tardo Medioevo.
Si tratta di una struttura impressionante con 99 celle che colpisce per la sua bellezza.
Presenta decorazioni in maiolica dipinta in toni di bianco, nero e blu, che ricopre le superfici verticali e i semi-archi.
Oggi funge da Museo di Storia della Medicina.
Questa madrasa è stata edificata di fronte alla Madrasa Kutlug Murad Inaq, nell’elemento urbanistico-architettonico tipico dell’Asia Centrale chiamato “kosh“.
“Kosh” significa “doppio” o “abbinato”, indica quando due edifici simili vengono costruiti l’uno di fronte all’altro.
Facciamo pochi metri per visitare il vicino Caravanserraglio (1831), il cui aspetto è simile ad un mercato, fu costruito per ricevere le carovane in arrivo da Paesi stranieri e per garantire che l’arrivo e partenza delle merci.
La struttura è sviluppata su due piani, i locali del piano inferiore fungevano da bancarelle per i mercanti, mentre il piano superiore serviva come abitazione e da albergo. Un vero e proprio centro commerciale.
Visitiamo poi la Madrasa Kutlug Murad Inaq (1804-1812), la più antica di Khiva e ha 81 celle.
La facciata presenta un portale alto e logge a due piani, decorata con maioliche blu.
Si differenzia da altre costruzioni simili per i suoi pannelli decorativi in terracotta a motivi geometrici e le uniche stalattiti decorative poste nelle porte ad arco.
Madrasa Kutlug Murad Inaq
Nelle immediate vicinanze troviamo il Palazzo Tash-Hovli (1838), il palazzo principale dei Sovrani di Khiva, decorato con affreschi e intagli.
Il palazzo è suddiviso in 3 aree, la zona delle udienze, la stanza di gala e l’area privata dove si trovava l’abitazione del Sovrano e l’harem.
L’area dell’harem occupava circa metà dell’area del complesso.
Sul cortile dell’harem si affacciano 5 terrazze, dietro di esse c’erano le camere per il khan e le sue mogli.
Sul lato opposto del cortile c’erano le stanze per le concubine.
Le stanze e le pareti che si affacciano sui cortili interni sono decorate con motivi in maiolica tradizionale blu, oltremare e bianco di Khiva e colonne lignee intarsiate.
Palazzo Tash-Hovli
Visitiamo infine Kunya-Ark (XII sec.), l’antica fortezza di Khiva, che costituisce una sorta di città separata all’interno della città vecchia.
Il Kunya-Ark era una cittadella fortificata di circa 1.2 ettari di superficie, separata da un muro dalla Ichan-Kala, che aveva funzioni residenziali, amministrative e militari.
Un solo ingresso principale attraverso un portale fiancheggiato da due torri cilindriche, permetteva di accedere al suo interno. Alte mura sormontate da bastioni merlati fornivano protezione a chi si trovava al suo interno.
Kunya-Ark
Oltre alla residenza del Khan, conteneva sale di ricevimento, la moschea private, l’harem, le cucine e le stalle.
La parte militare aveva gli ambienti per i soldati, la prigione e la Corte Suprema.
La zona amministrativa racchiudeva la zecca.
Kunya-Ark
Come la “Città Proibita” di Pechino, è stata concepita come un universo autonomo ad uso esclusivo del sovrano e dei suoi stretti consiglieri e collaboratori.
Lo spazio all’interno è organizzato in zone distinte attorno a cortili, ognuna di bellezza suprema.
Giunge sera, ceniamo al Ristorante Tapas situato all’interno della Ichan Kala con terrazza vista Kalta Minor, dove ci attende un aperitivo e una tipica cena Khorasiana.
L’antica regione persiana del Khorasan (nota tra gli studiosi come “Grande Khorasan”) includeva aree che oggi fanno parte non solo dell’Iran ma dell’Afghanistan, del Tagikistan, del Turkmenistan e dell’Uzbekistan.
(Fonte: Wikipedia)
Cena Khorasiana
Il piatto principale era formato da Shivit Oshi, Mini Manti di Khiva, Manti di manzo, Tukhum Barak, Kotir Barak e Ushak Barak.
Gli Shivit Oshi sono una sorta di “fettuccina” preparati con succo di aneto e serviti con manzo, verdure e salsa yogurt. I Manti sono una versione di “cappelletti” locale.
I Tukhum Barak sono dei ravioli con pasta sottile ripieni di uova, i Kotir Barak hanno ripieno di manzo, mentre gli Ushak Barak sono piccoli ravioli ripieni di manzo, tutto molto buono.
Il pane uzbeko poi oltre che buonissimo è anche particolare, ma di questo ve ne parlerò più avanti.
Dopo cena abbiamo a disposizione diversi minuti per scoprire Khiva nella sua veste serale, insieme a Riccardo, Marina e Federico, ripercorro alcune delle vie che abbiamo calpestato durante le ore diurne.
Madrasa Qozi Kalon
Passiamo dinnanzi alla Madrasa Qozi Kalon (1905), che differisce dalle altre madrase per lo stile di insegnamento.
Infatti oltre alla conoscenza religiosa, venivano impartite le basi di insegnamento di diritto e fiscalità.
Dal 1993 vi ha sede il Museo delle Arti Musicali del Khorezm che espone reperti che riflettono la storia, cultura e sviluppo della musica locale dal I secolo d.C. ai giorni nostri.
Visitare Khiva durante il giorno è qualcosa di magnifico, ma la sera, passeggiare tra le vie della città vecchia è qualcosa di indimenticabile che ricorda un po’ l’atmosfera da “Mille e una notte“.
Khiva di sera
Da Khiva ci sposteremo poi a Bukhara, sempre utilizzando il nostro bus.
Se vi piacerebbe visitare questo magnifico Paese e la sua splendida popolazione, potete trovare molte informazioni nel mio libro “Rahmat Uzbekistan!“, il titolo riporta la parola “grazie” in uzbeko, un ulteriore segno di gratitudine verso l’ospitalità ricevuta.
Si precisa che strutture, aziende e/o enti pubblici citati non hanno corrisposto alcun compenso, bene materiale e/o altro in cambio di questo articolo.
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