Norcia
Ci dirigiamo poi verso Norcia, che si trova a meno di 30 Km. Un tratto della strada si inerpica sopra una collina dove dall’alto si vede la valle sottostante, notiamo nel mezzo della vallata uno squarcio come se fosse una faglia, si ha una strana sensazione e la memoria riporta alle immagine viste nei vari Telegiornali nei giorni del sisma.
Norcia è collocata nel punto di raccordo della Valnerina e i Monti Sibillini, il suo cittadino più illustre è San Benedetto, patrono d’Europa e fondatore dell’ordine dei Frati Benedettini.
Da Norcia deriva il nome di norcineria, ossia l’arte di macellare e trattare la carne suina, che si sviluppò nel medioevo con l’allevamento del maiale la cui carne lavorata, divenne un importante mezzo di sostentamento e di scambio.
Ancora oggi i salumi e i prosciutti di Norcia rappresentano un’eccellenza italiana.
Tra i prodotti locali più noti e dal nome curioso, ci sono le “Palle del Nonno” e i “Cojoni di mulo”.
Le “Palle del Nonno“, è un salume insaccato realizzato con un impasto di carni suine lardellato e ben condito, dalla forma irregolare a nido d’ape dovuta al budello utilizzato per insaccarlo e ad una rete che lo avvolge.
\I “Cojoni di mulo“, il nome in realtà trae in inganno. Si tratta un salume insaccato utilizzando del budello di suino ripieno di carne magra di maiale macinata fine, con un lungo pezzo di lardo posto al centro. Deve il suo nome goliardico oltre che alla caratteristica forma, al fatto che viene stagionato in coppie a cavallo di un supporto.
Un’altra leccornia è il pregiato e rinomato tartufo nero, una delle principali risorse del territorio che si trova nei boschi.
La città è circondata da una cinta muraria con diverse porte che portano nel centro storico del borgo. Anche qui purtroppo i danni del terremoto sono piuttosto evidenti e la zona rossa (area inaccessibile), delimita buona parte della città.
In Piazza San Benedetto, cuore della vita cittadina, si vede la facciata gotica della Basilica di San Benedetto (XII sec.) unica parte rimasta in piedi dopo il terribile sisma del 30 ottobre 2016. Anche il vicino Palazzo Comunale (XIII sec.) per quanto abbia subito ingenti danni e reso inagibile, mentre della Cattedrale di Santa Maria Argentea (XVI-XVIII sec.) rimane solo uno dei fianchi rinforzati.
Molti negozi e i ristoranti di Norcia sono stati decimati dal sisma, molte attività commerciali sono state allestite all’interno di moduli prefabbricati poco fuori le mura. Pranziamo proprio in uno dei ristoranti che prima del sisma sorgeva proprio in Piazza San Benedetto, ora è situato in un modulo prefabbricato in Via Lombrici. Il Ristorante Beccofino è a conduzione familiare, la proprietaria è una giovane donna molto tenace che ha deciso di proseguire il suo lavoro con passione nel territorio che sente suo, nonostante le avversità.
Il locale è molto carino situato a pochi passi da una delle antiche porte cittadine. Cucina molto buona e bella presentazione, personale e cura del cliente ottima, buona scelta di primi e secondi piatti. Decisamente consigliato!
Visitare queste aree, acquistare i prodotti locali e mangiare nei locali, sigifica aiutare la popolazione che si trova ancora oggi, a 4 anni di distanza dal sisma che ha segnato profondamente questi territori, con non poche difficoltà vista la burocrazia, la ricostruzione estremamente lenta e uno Stato che si è dimenticato di queste persone.
Nella pagina successiva, scopriremo Spoleto.
2 commenti
La zona di Norcia e Spello è sulla mia lista dei desideri da un po’, l’ho imparata ad amare dalle foto che ho visto suisocial e sono certa che anche dal punto di vista culinario mi lascerà deliziata!
Grazie per questa guida, sarà la mia fedele compagna quando passerò in Umbria!!!!
Confermo che non rimarrai delusa dalle cose da vedere e anche dalla cucina 😉
Grazie a te 🙂