Gradara, la Capitale del Medioevo
Situata nell’estrema propaggine dell’Appennino, Gradara dista poco più di 6 Km dalla costa adriatica.
Gradara è insegnita di notevoli riconoscimenti, vanta infatti di essere inserita tra i Borghi più belli d’Italia, borgo Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e ha vinto il titolo di Borgo dei Borghi nel 2018.
Gradara è un classico esempio di architettura medievale, con castello, cinta muraria e borgo.
Il Castello (XII sec.) sorge sulla sommità di una collina ed è costituito da un castello-fortezza medievale (la Rocca Malatestiana) e dall’adiacente borgo storico, protetto da una cinta muraria esterna, eretta tra il XIII e il XIV secolo, che si estende per quasi 800 metri, rendendo l’intera struttura imponente.
Nel corso dei secoli vi avvennero vicissitudini anche violente, che portarono il dominio delle famiglie Malatesta, Sforza, Della Rovere e dei Mosca. Dal 1641 Gradara passò sotto il controllo dello Stato Pontificio.
Si dovrà attendere il 1920, con la famiglia Zanvettori che acquistò la Rocca di Gradara, il castello e la cinta muraria.
Umberto Zanvettori finanziò il restauro del castello e del borgo annesso riportando il tutto allo splendore originale, vendette poi la Rocca allo Stato Italiano nel 1928.
Attraversato il ponte levatoio si accede al Cortile che rispecchia il gusto e il passaggio di potere dalla famiglia Sforza e quella dei Malatesti.
La prima sala che si incontra entrando nella Rocca è la Sala delle Torture, proseguendo il percorso si giunge alla Sala di Sigismondo e Isotta, dove sono visibili le tracce del ponte levatoio che permetteva l’accesso al mastio.
Degno di nota anche il Camerino di Lucrezia Borgia riccamente decorata sulle pareti con temi allegorici.
D’impatto anche la Sala Rossa, nominata così dal colore predominante dei tessuti che la decorano. Vi si trova un letto a baldacchino che presenta alla sommità delle colonne due aquile scolpite e che risale a manifattura emiliana del XVII secolo.
Si giunge poi in uno degli ambienti più suggestivi della Rocca, la Camera di Francesca, con decorazione che imita una tappezzeria a tendaggio. Nella stanza si trova la botola che avrebbe permesso a lei e Paolo di fuggire insieme.
E’ infatti curioso il legame di Paolo e Francesca, la coppia di amanti cantata da Dante Alighieri nella Divina Commedia, si narra infatti che dimorarono proprio nella Rocca di Gradara.
Secondo la leggenda infatti Paolo era il fratello del promesso sposo di Francesca, Giovanni Malatesta.
Si narra che proprio in una delle stanze della Rocca, Paolo diede a Francesca il bacio che costò loro la vita.
Nella sala è presente il trittico tardo gotico della Madonna col Bambino fra Sant’Agostino e San Sebastiano, sulla parete opposta vi è l’albero genealogico della famiglia Gonzaga (XVII sec.).
L’ultimo ambiente visitabile è la Sala della Giustizia che presenta un altorilievo ligneo (XV-XVI sec.) con al centro l’Arcangelo Michele che sorregge una bilancia.
Di enorme interesse è il dipinto su tavola raffigurante la Madonna con Bambino e i Santi Stefano, Sofia, Michele Arcangelo e Giovanni Battista (1484), opera di Giovanni Santi.
Tornando sempre all’interno del Castello, si può vistitare la Chiesa di San Giovanni Battista (XIII sec. circa), con facciata trecentesca e l’interno settecentesco.
All’interno è allocato un magnifico e miracoloso Crocifisso ligneo (XVI sec.) che guardandolo attentamente seguendo i numeri posti sull’altare, il volto del Cristo ha 3 espressioni ben definite.
Da non perdere a Gradara, il caratteristico camminamento di ronda che offre innumerevoli spunti per fotografie panoramiche.
Dopo aver visitato Gradara ci rimettiamo in auto per dirigerci a Pesaro.
1 commento
Le marche sono una regione che adoro e Gradara uno dei borghi che più ho amato
Luca