Spilimbergo e l’arte musiva
Spilimbergo, situata sulla sponda del fiume Tagliamento, è una fra le più belle e interessanti città d’arte del Friuli Venezia Giulia, conosciuta a livello mondiale come “la città del mosaico” per la presenza della prestigiosa Scuola Mosaicisti del Friuli fondata nel 1922.
Nel medioevo Spilimbergo fu un importante centro di transito e di commerci, il cuore pulsante era la piazza del Duomo, dove si svolgevano i mercati. Sotto la Loggia del Comune, è incisa su un pilastro la “Macia“, l’unità di misura per le stoffe in uso nella città.
Ho programmato la visita del centro storico di Spilimbergo con Donatella dell’Ufficio IAT, la quale mi ha fatto accompagnare per il tour cittadino da uno degli Accoglitori.
Gli Accoglitori sono semplici cittadini di Spilimbergo che desiderano far conoscere, sotto diversi aspetti ed itinerari, la città da chi la vive tutti giorni.
La mia guida è stata Marina, che oltre a raccontarmi fatti storico-culturali, mi anche arricchito la visita con aneddoti, leggende e tradizioni anche familiari, sulla vita cittadina.
La città esprime la sua grandezza nelle molte architetture del centro storico come il Castello e il Duomo racchiusi nella prima cinta muraria. Come conseguenza dello sviluppo commerciale, nel XIV secolo il nucleo abitato sorto attorno al Castello, crebbe a dismisura e furono erette tre successive cinte murarie.
Della prima cerchia faceva parte la Torre Orientale (1304), che mette in comunicazione Borgo vecchio con Borgo di Mezzo.
Tra i palazzi si può ammirare Palazzo Ercole o Casa Dipinta (XVI sec.) affrescato con scene mitologiche raffigurati le Storie di Ercole.
Si giunge poi alla Torre Occidentale (1399), che faceva parte della terza cerchia di mura.
Sulla facciata esterna vi sono ancora frammenti degli affreschi del XVI secolo, il leone marciano reggente l’arma dei Signori di Spilimbergo.
Si giunge poi in Piazza Duomo l’antico centro delle attività amministrative ed economiche, qui infatti si svolgevano le trattative, si eseguivano i controlli sulle merci e si pagavano i dazi.
A testimonianza di ciò è rimasto il Palazzo del Daziario (XIII sec.), caratterizzata da un anello che pende sotto l’arco nord del porticato dove veniva appesa la stadera (antica bilancia a leve) per controllare il peso delle provviste.
Il Duomo di Santa Maria Maggiore (XIII – XIV sec.), fu costruito a ridosso dell’antica cinta muraria, di cui inglobò una torre trasformata poi in campanile.
La facciata, unica nel suo genere in Friuli, è caratterizzata da 7 rosoni, questo numero simbolico richiama più testi della Bibbia. L’ingresso principale è quello che si affaccia su Piazza Duomo, un tempo riservato all’entrata dei Signori.
Presenta un interno a tre navate, il soffitto è a capriata lignea e il presbiterio è stato rialzato per dar spazio alla cripta sottostante.
Nel corso dei secoli si arricchì di molti capolavori artistici, alcuni di essi ancora presenti al suo interno, altri invece sono andati purtroppo perduti.
Tra le opere più significative custodite vi è il maestoso organo in stile rinascimentale, il cui cassone è decorato con tavole e tele del “Pordenone” (1525).
All’interno del Duomo spiccano i trecenteschi affreschi dell’abside centrale, con un grande ciclo di affreschi che rappresentano Storie del Vecchio Testamento (14 scene bibliche) e Storie del Nuovo Testamento (14 scene evangeliche).
Gli affreschi oggi appaiono in alcune parti molto logorati a causa della calce che veniva gettata nei periodi di epidemie per disinfestare l’ambiente.
Nel 1858 gli affreschi vennero nascosti dietro un velo di calce, un occultamento provvidenziale e protettivo che li nascose fino al 1930, quando vennero scrostate le pareti in occasione del primo intervento di restauro.
La violenza del terremoto del 6 maggio 1976 causò danni gravissimi, solo la rapida cura con cui fu puntellato riuscì a salvarlo dalle successive scosse del 15 settembre 1976.
Scendendo le scale si accede alla cripta decorata da alcuni affreschi trecenteschi.
L’ambiente presenta un altare in pietra in onore di San Leonardo fatto costruire dal Conte Paolo di Spilimbergo nel XV secolo, come ringraziamento per essere sfuggito alla prigionia turca nella battaglia sull’Isonzo nel 1472.
Vi è inoltre collocata l’arca sepolcrale di Walterpertoldo IV, Signore di Spilimbergo e podestà di Treviso morto nel 1382.
Raggiungiamo poi il Castello di Spilimbergo (XI sec. circa) distrutto, demolito, ricostruito e ampliato più volte nel corso dei secoli, oggi è un complesso di residenze signorili disposte attorno alla corte centrale.
Attorno alla corte, l’edificio più importante e di maggior effetto è il Palazzo Dipinto (XIV sec), l’unico edificio che è sopravvissuto alle varie distruzioni.
La sua facciata, impreziosita anche balconi in pietra e trifore in stile gotico e rinascimentale, è riccamente decorata da affresschi che raffigurano i piaceri della nobiltà, le virtù dei Signori feudali e gli antenati.
Si raggiunge poi il Palazzo di Sopra (XIV sec.), completamente ristrutturato a fine ‘400 da edificio medievale a villa dal gusto veneziano.
Dopo il terremoto dei 1976 il palazzo venne abbandonato, dopo accurati restauri dal 2002 è sede del Municipio di Spilimbergo.
L’elegante facciata del palazzo è caratterizzata da affreschi che rappresentano temi floreali e mitologici con decorazioni come il grande leone alato di San Marco.
L’interno non conserva più gran parte delle opere artistiche andate purtroppo perdute.
Uno dei restauri interni ha permesso di portare nuovamente alla luce in due stanze al piano terra, alcuni stucchi settecenteschi.
Dalla terrazza del Palazzo di Sopra si gode di un punto panoramico del territorio circostante, dal fiume Tagliamento ai monti della Carnia all’alta pianura friulana.
Si prosegue la visita delle vie del centro cittadino, scoprendo anche antiche botteghe come l’Osteria Bachero.
La storia del locale iniziò nel 1897 quando il Sig. Antonio Laurora, aprì a Spilimbergo l’Osteria alla città di Bari, in seguito “Osteria al Bachero”.
Nel locale si vendevano vini, olio pugliese, marsala e in seguito qualche piatto caldo come il baccalà.
Nel 1975 la famiglia Zavagno rileva l’attività e da allora hanno portano il locale ad essere uno dei punti di riferimento più apprezzati in Regione e non solo.
Il Bacaro è un’osteria tipica veneziana arredata in modo semplice, nella quale vengono serviti bicchieri di vino accompagnati solitamente da assaggi di cibo.
La caratteristica fondamentale che contraddistingue un Bacaro è quella di punto di ritrovo dove poter chiacchierare e fare qualche risata.
Osteria Al Bachero
Via Pilacorte, 5
Spilimbergo (PN)
Tel. 0427/2317
Un’altro locale storico di Spilimbergo è la Farmacia Santorini in attività dal 1650.
La Famiglia Santorini originaria dell’omonima isola nell’Egeo, si trsferì a Venezia agli inizi del 1500 e verso la fine del secolo, un ramo della famiglia venne a Spilimbergo.
La Famiglia Santorini contò fra i suoi membri più celebri, l’architetto Giannantonio Santorini, che inventò ed applicò per primo in Europa, i meccanismi della forza idraulica per la trattura della seta.
Per i suoi meriti, fu insignito dello stemma che attualmente è dipinto sulla facciata della palazzina.
Da allora la Farmacia è sempre rimasta in possesso e gestione della famiglia e ubicata nella stessa palazzina del centro storico di Spilimbergo.
Purtroppo durante la Prima Guerra Mondiale alcuni mobili e documenti furono adoperati dagli invasori per accendere il fuoco con cui scaldarsi, la famiglia conserva ciò che è rimasto per documentare e raccogliere le preziose origini.
Tra la documentazione fortunatamente scampata ai roghi, si trovano erbari del 1700 dove sono presenti piante essicate del territorio del Friuli.
Altri documenti preziosi sono il “Libro di spesa” (1723-1724) e “Istruzione intorno alle febbri” (1751), quest’ultimo pubblicato da Giovanni Domenico Santorini.
È conservata inoltre una particolare insegna a mosaico che raffigura un serpente attorcigliato ad un vaso da cui escono due rami di alloro, commissionata intorno al 1918 alla Scuola professionale di mosaico.
La Farmacia Santorini è inserita nell’elenco dei “Locali storici del Friuli Venezia Giulia” ed è il terzo locale storico più antico delle Regione.
Oggi la Farmacia Santorini è gestita dalla discendente Dott.ssa Cristina Santorini.
Si ringrazia la Dott.ssa Cristina Santorini per la cortese autorizzazione all’uso delle immagini.
Farmacia Santorini
Corso Roma, 40
Spilimbergo (PN)
Tel.: 04272160
Email: info@farmaciasantorini.it
Prosegue il tour cittadino dirigendoci alla Scuola Mosaicisti del Friuli fondata nel 1922.
Dal 1500 al 1800 ci fu una forte emigrazione stagionale a Venezia, bivio artistico per eccellenza tra Oriente ed Occidente, tra Roma e Bisanzio e naturale erede della tradizione musiva romana e bizantina.
La “Serenissima” offrì alle maestranze friulane un lavoro ma diede loro anche l’idea di utilizzare i sassi dei loro fiumi.
Spilimbergo è oggi la capitale del mosaico decorativo, pavimentale o parietale, come stanno a dimostrare le imponenti e preziose opere uscite dalla Scuola e dai laboratori cittadini, opere che abbelliscono aeroporti, stazioni, alberghi, metropolitane, università e molto altro, situati in ogni angolo del mondo.
Tra queste si possono citare ad esempio il ciclo musivo del Foro Italico a Roma (circa 10.000 mq), le realizzazioni musive del Monastero di Sant’Irene vicino ad Atene (oltre 1000 mq) o il Kawakyu Hotel in Giappone (1600 mq).
Il rivestimento musivo della cupola del Santo Sepolcro a Gerusalemme (circa 345 mq) è stata interamente realizzata all’interno della Scuola.
La Scuola Mosaicisti del Friuli è un punto di riferimento a livello mondiale per la formazione di professionisti e la divulgazione dell’arte del mosaico.
Insegnanti esperti e qualificati insegnano tecniche musive romana, bizantina e moderna, ma si sperimentano anche soluzioni estetiche e funzionali applicate alla contemporaneità.
L’obiettivo è quello di coniugare il mantenimento della tradizione con l’innovazione, puntando alla sperimentazione e alla ricerca soprattutto nell’arredo urbano e degli interni.
Ritorniamo nel centro storico di Spilimbergo, ci fermiamo dapprima alla Chiesa di San Giovanni (1346).
Annessa all’antico ospedale, fu costruita dalla Confraternita dei Battuti secondo l’influenza dello stile romanico-gotico. Nel 1487 costruirono il campanile e tra il 1500 e la prima metà del 1700 la chiesa fu soggetta a lavori di ricostruzione.
Presenta una pianta rettangolare ad aula unica barocca, sul soffitto sono presenti affreschi settecenteschi che rappresentano l’Assunzione della Vergine, l’Elemosina e la Decollazione di S. Giovanni, realizzati da Giuseppe Buzzi che riprodusse gli affreschi del Tiepolo presenti nel Duomo di San Daniele dei Friuli.
Posto dietro l’altare maggiore si ammira lo striggente affresco della Crocifissione (XIV-XV sec.), riportato alla luce nel 1933.
Proseguiamo la passeggiata e giungiamo alla Chiesa dei Santi Giuseppe e Pantaleone (1326) conosciuta anche come Chiesa dei Frati.
La facciata molto sobria, presenta sopra al portale una statua di Sant’Agostino (1730), l’interno a navata unica è molto semplice.
La chiesa custodisce una vera e propria opera d’arte, il Coro Ligneo realizzato tra il 1475 e il 1477 dal maestro vicentino Marco Cozzi, posto originariamente all’interno del Duomo.
Un’opera unica e spettacolare finemente intagliata e intarsiata, divisa in 24 stalli con figure in altorilievo, è considerato uno dei capolavori della scultura in legno dell’epoca rinascimentale.
Poter visitare una località con persone del posto rende tutto migliore perchèsi scoprono anche angoli che andando da soli non si coglierebbero. A questo si aggiunge il fatto che si hanno spiegazioni e aneddoti da persone che vivono questi luoghi tutti i giorni, cose che non sono presenti in nessuna guida.
Dopo aver scoperto e apprezzato Spilimbergo, mi dirigo nella patria del prosciutto crudo…
Si ringraziano Donatella dell’Ufficio IAT di Spilimbergo e Marina che mi ha fatto da guida, per la simpatia e cortesia che mi hanno riservato. Grazie mille davvero!
RIEVOCAZIONE STORICA DELLA MACIA
Per tre giorni, nel periodo di Ferragosto, Spilimbergo si catapulta nel passato proponendo un piccolo spaccato della sua storia.
Si celebra infatti la Rievocazione Storica della Macia, che prende il nome dall’antica misura di lunghezza per stoffe.
La manifestazione ricrea il clima della vita quotidiana della città, una delle più importanti a livello politico e culturale in Friuli, agli inizi del 1500.
In queste giornate si allestiscono botteghe artigiane, locande e proposti diversi eventi, gare e cene castellane.
Nella rievocazione centinaia di figuranti sfilano per andare a rendere omaggio al Conte.